Giuseppe Edoardo Baldin
Giuseppe Edoardo Baldin è un pasticcere che si muove all’interno della ristorazione contemporanea con uno sguardo attento all’equilibrio tra tecnica, identità e narrazione. La sua pasticceria nasce da un’esigenza precisa: dare senso e coerenza al momento del dessert, trasformandolo da chiusura scontata a parte integrante del racconto gastronomico, in linea alla parte che lo precede.
Le esperienze professionali lo portano prima dai fratelli Alajmo a Padova, dove opera nella parte di laboratorio, poi al ristorante CODA di Berlino, fino all’incontro determinante con Antonia Klugmann, all’Argine a Vencò. In quel contesto approfondisce un modo nuovo di pensare l’ingrediente: intero, non edulcorato, spesso raccontato a partire dalle sue caratteristiche più atipiche, come l’amaro, l’acido, la parte vegetale o la componente aromatica. Tecniche come estrazione e concentrazione diventano strumenti per interpretare la materia prima in maniera essenziale, ma non semplificata.
Oggi lavora al Venissa, a fianco di Francesco Brutto e Chiara Pavan, dove prosegue la sua ricerca in un contesto ricco di biodiversità, immerso nella laguna veneta. Qui sviluppa una pasticceria strettamente legata al territorio, fondata sull’uso di erbe spontanee, piante alofite e prodotti locali, con un’estetica asciutta ma profonda. I suoi dessert non si affidano alla dolcezza in senso classico, ma si costruiscono come portate coerenti con il percorso salato, capaci di concludere l’esperienza con equilibrio, identità e continuità narrativa.
Al Venissa si occupa anche della colazione, momento che interpreta come estensione naturale della stessa filosofia: stagionalità, tradizione e tecnica si intrecciano in una proposta che unisce golosità e carattere, tra lievitati, dolci da forno e preparazioni che rispettano il territorio e ne raccontano le sfumature, anche al mattino.
La sua visione non è legata a uno stile formale, ma a un’idea più ampia di dessert: una forma espressiva autonoma, capace di superare l’estetica del dolce fine a sé stesso, per diventare parte attiva e consapevole della cucina contemporanea.